24 Maggio 2025
Brani maledetti: storie e misteri

Brani maledetti: storie e misteri
La musica accompagna la nostra vita, ci consola, ci esalta, ci unisce. Ma a volte si tinge di mistero, diventando protagonista di leggende inquietanti e storie ai limiti del reale.
Esistono brani che, nel corso degli anni, sono stati considerati “proibiti”, “pericolosi” o addirittura “maledetti”, accusati di portare sfortuna, evocare il male o essere coinvolti in eventi tragici.
In questo articolo ti portiamo alla scoperta di alcune delle canzoni più enigmatiche e discusse della storia.
Preparati a entrare in un mondo dove la musica e il mistero si fondono in modo affascinante e…un po’ inquietante!
“Gloomy Sunday”- La canzone del suicidio
Composta nel 1933 dal musicista ungherese Rezső Seress, Gloomy Sunday è passata alla storia come “la canzone del suicidio”. Pare che il brano abbia influenzato numerosi suicidi, tanto che alcuni giornali dell’epoca lo collegarono a una serie di tragici eventi in Ungheria.
In Gran Bretagna, la canzone fu temporaneamente bandita dalla radio.
Anche Billie Holiday ne registrò una versione negli Stati Uniti, contribuendo a diffondere la sinistra fama della canzone. Realtà o leggenda? Di certo, Gloomy Sunday ha lasciato un segno nell’immaginario collettivo.
“Love Rollercoaster” – Il grido fantasma
Nel funky e scatenato Love Rollercoaster degli Ohio Players, pubblicato nel 1975, un particolare inquietante ha catturato l’attenzione degli ascoltatori: un urlo improvviso e straziante udibile in sottofondo. La voce popolare racconta che si tratti del grido di una donna uccisa proprio durante la registrazione. Alcuni sostengono addirittura che fosse una modella presente in studio, vittima di un omicidio mai risolto.
Anche se il gruppo ha smentito categoricamente la storia, il mistero attorno a quell’urlo ha resistito nel tempo, diventando uno dei “rumori fantasma” più celebri della storia della musica.
“Stairway to Heaven”- Il rock e i messaggi nascosti
Un classico intramontabile del rock, Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, è stato oggetto di accuse inquietanti negli anni ’80: secondo alcuni fan, ascoltando il brano al contrario (con la tecnica del backmasking) si potevano udire frasi sataniche nascoste nel testo.
La band ha sempre negato qualsiasi intento occulto, ma la teoria ha continuato a circolare, contribuendo a rafforzare il mito oscuro del brano. Che sia solo suggestione o realtà, Stairway to Heaven rimane una pietra miliare… avvolta da un alone di mistero.
“My Way”- La maledizione del karaoke
In apparenza innocua, My Way di Frank Sinatra ha un lato oscuro. Nelle Filippine, la canzone è stata associata a una serie di episodi violenti avvenuti nei karaoke bar: diverbi esplosi tra cantanti e pubblico si sarebbero trasformati in veri e propri omicidi.
Il cosiddetto “My Way Killings” è stato oggetto di articoli e studi sociologici. Alcuni locali hanno addirittura rimosso il brano dal repertorio per timore di ulteriori tragedie. Un caso in cui il fascino dell’interpretazione si è scontrato con il lato più oscuro dell’animo umano.
“La forza del destino” di Giuseppe Verdi
La superstizione ha sempre trovato terreno fertile nel mondo del teatro, e La forza del destino di Giuseppe Verdi ne è uno degli esempi più celebri. Alcuni artisti e tecnici teatrali evitano persino di pronunciare il titolo dell’opera, preferendo sinonimi come Potenza del fato o L’innominabile, per timore di attirare sfortuna.
Questa credenza nasce da una serie di eventi drammatici legati alle sue rappresentazioni. Tra i più inquietanti, la morte improvvisa del baritono Leonard Warren, avvenuta il 4 marzo 1960 sul palco del Metropolitan Opera di New York, mentre interpretava Don Carlo di Vargas.
Altri episodi sembrano rafforzare la sua reputazione di opera “maledetta”: il malore che colpì la protagonista alla prima rappresentazione in Russia ai tempi dello Zar, costringendo alla cancellazione dello spettacolo; l’attacco apoplettico che paralizzò Francesco Maria Piave, autore del libretto e la sinistra coincidenza dell’invasione della Polonia da parte di Hitler, mentre l’opera era in programmazione.
Nel 2011, durante le prove dell’opera al Teatro Bunka Kaikan di Tokyo, il devastante terremoto giapponese e il conseguente tsunami interruppero la produzione, riaccendendo la superstizione. Questi eventi, insieme alla trama stessa dell’opera imperniata su un destino tragico e ineluttabile hanno contribuito a consolidarne la fama inquietante.
“Cross Road Blues” di Robert Johnson
è al centro di un racconto inquietante: il musicista avrebbe stretto un patto con il diavolo per ottenere la sua straordinaria abilità alla chitarra.
Johnson, inizialmente un chitarrista mediocre, sarebbe scomparso per un periodo prima di tornare con una tecnica incredibile, lasciando sbalorditi i suoi contemporanei. Il brano stesso, con il suo testo enigmatico, sembra alludere a un incontro misterioso a un crocevia, luogo simbolico di scelte e destini incerti.
Questa leggenda ha contribuito a rendere Johnson una figura mitica nel mondo del blues, alimentando il fascino oscuro della sua musica.
“Je t’aime… moi non plus” – Erotismo e scandalo
Il celebre duetto tra Serge Gainsbourg e Jane Birkin, “Je t’aime… moi non plus”, fece scalpore alla fine degli anni ’60 per i suoi sospiri e allusioni sessuali esplicite. La canzone fu censurata in diversi paesi, tra cui Italia, Spagna e Regno Unito perchè considerata scandalosa e persino “pericolosa” per la morale pubblica.
L’ondata di moralismo non fece che accrescerne la fama, trasformandola in un simbolo della rivoluzione sessuale e della libertà espressiva. Un’arte nata per provocare e scandalizzare, più potente che mai.
Forse non esistono canzoni davvero ‘maledette’. Ma ogni brano citato in questo articolo racconta qualcosa di più grande: il potere insondabile della musica, capace di insinuarsi nelle pieghe più oscure della psiche, alimentando miti, suggestioni e paure. Perché la musica non è solo intrattenimento. È emozione, è mistero, è provocazione. E, talvolta, è destino.