Composizioni Sonia Piasentin

Curiosità

La musica nell’antico Egitto

La musica nell'antico Egitto

La musica nell'antico Egitto

L’Antico Egitto, una delle civiltà più affascinanti e durature della storia, è noto per le sue maestose piramidi, i misteriosi geroglifici e una cultura ricca e complessa. Meno noto, ma altrettanto significativo, è il ruolo fondamentale che la musica svolgeva nella vita quotidiana e spirituale degli antichi Egizi. Considerata un ponte tra terra e cielo, la musica accompagnava cerimonie religiose, rituali di corte e momenti di intrattenimento.

Per gli Egizi la musica aveva il potere di armonizzare l’universo e facilitare la comunicazione tra gli uomini e gli dèi. La dea Hathor era particolarmente venerata per la sua associazione con le arti. Chiamata “Signora della vita”, Hathor era protettrice della musica, della danza, dell’ebbrezza e della sessualità, ciò la rese una delle divinità più popolari dell’Egitto.

I musicisti egiziani, in sintonia con una cultura che valorizzava l’armonia dei suoni, utilizzavano una varietà di strumenti musicali per scopi diversi, tra cui invocare la protezione divina, celebrare festività e accompagnare riti funebri. Numerosi di questi strumenti sono stati rinvenuti nelle tombe dei faraoni e nei templi antichi. Tra i più comuni, si possono citare:

Arpe arcuate, strumenti a corda molto apprezzati, spesso suonati durante cerimonie religiose ed eventi di corte.

Flauti e oboi, strumenti a fiato che emettevano melodie dolci e ipnotiche.

Tamburi e tamburelli, strumenti a percussione usati per mantenere il ritmo e aggiungere un elemento dinamico alle celebrazioni.

Sistri, sonagli rituali usati principalmente nei templi, associati al culto di Hathor e Iside per allontanare gli spiriti maligni.

Clappers, tra gli strumenti musicali egizi più antichi, formati da tavolette o bastoncini battuti insieme, utilizzati per accompagnare danze.

Nell’antico Egitto, fossero uomini o donne, i musicisti godevano di un alto status sociale e
venivano spesso raffigurati in scene di banchetti o celebrazioni sui muri delle tombe e nei templi. Alcuni di essi erano membri delle case reali e avevano il compito di intrattenere il faraone e la sua corte.

Sebbene non siano pervenute notazioni musicali complete dall’Antico Egitto, rappresentazioni artistiche e testi offrono uno sguardo sulle pratiche musicali dell’epoca.
Una caratteristica della pratica musicale egizia era la “chironomia”, che veniva impiegata principalmente per coordinare i musicisti durante le performance. La figura del chironomo, simile all’attuale direttore d’orchestra, utilizzava gesti manuali per segnare il ritmo e la melodia dell’esecuzione. In determinate circostanze, poteva essere un cantante a ricoprire tale ruolo. Tra questi movimenti si potevano trovare azioni come il pollice che tocca l’indice formando un anello o la mano con le dita distese. Questa tecnica suggerisce un sistema di comunicazione musicale sofisticato, nonostante l’assenza di una notazione scritta dettagliata.

L’influenza della musica egizia si estese ben oltre i confini del Nilo. Molti strumenti e pratiche furono adottati da altre culture mediterranee e mediorientali, dimostrando l’importanza della tradizione musicale egizia nell’antichità. Ad esempio, l’arpa, uno strumento di primo piano nella musica di questa civiltà, si diffuse successivamente in altre regioni.
Possiamo concludere che la musica nell’Antico Egitto non era solo un’arte, ma un elemento essenziale della vita, capace di unire umano e divino, quotidiano e sacro. Attraverso i suoni dei loro strumenti e i canti rituali, gli antichi Egizi ci offrono una testimonianza senza tempo della loro concezione del mondo: un luogo dove l’armonia regna sovrana e ogni nota risuona con il cosmo.