Composizioni Sonia Piasentin

Curiosità

Quando i sogni diventano musica

quando i sogni diventano musica

Quando i sogni diventano musica

La musica ha sempre trovato ispirazione nell’invisibile, nel trascendente e nell’imprevedibile.
Il sonno, luogo di mistero e creatività, è per alcuni musicisti la chiave che apre porte a melodie mai ascoltate prima, rivelando sonorità che sembrano giungere da un altrove sconosciuto. Vogliamo scoprire insieme alcuni di questi affascinanti casi?

Giuseppe Tartini e il “Trillo del Diavolo” 
Il pezzo era così bello, così oltre ogni mia capacità, che al risveglio piansi dal dispiacere di non poterlo ricordare tutto”.

Così nel 1713, Giuseppe Tartini descrisse l’emozione vissuta dopo aver sognato un brano straordinario. Nel sogno si vide stringere un patto con il diavolo e osservò il demone afferrare il suo violino, dando vita a una sonata così perfetta da lasciare il compositore senza fiato. Al risveglio, cercò di trascrivere ciò che ricordava: nacque il celebre Trillo del Diavolo, uno dei pezzi per violino più affascinanti e tecnicamente impegnativi di sempre.

Beethoven: melodie dal dormiveglia
Anche se Beethoven non parlò esplicitamente di sogni, numerosi studiosi ritengono che alcune sue idee musicali siano nate in stati di dormiveglia. Nei suoi taccuini troviamo schizzi improvvisi, idee nate nei momenti di passaggio tra sonno e veglia.

Franz Schubert e il “Quintetto per archi D956”
Franz Schubert è conosciuto per la capacità di evocare emozioni profonde. Anche il suo celebre Quintetto per archi D956 pare abbia preso corpo dopo un sogno intenso. La struttura musicale, che si muove tra tenebre e luce, sembra riflettere la complessità di un mondo onirico fatto di emozioni contrastanti. 

Claude Debussy e i paesaggi dell’inconscio
Claude Debussy, padre dell’impressionismo musicale, spesso parlava dei sogni come fonte di ispirazione. Le sue composizioni evocano mondi sfumati, iridescenti, quasi onirici: Clair de Lune, ad esempio, sembra il risultato di una visione notturna, una passeggiata in una realtà sospesa tra il reale e il fantastico.

George Gershwin e “Rhapsody in blue”
Il suggestivo brano ‘Rhapsody in blue’ di George Gershwin, leggenda del jazz e della musica classica americana, nacque da un’ispirazione improvvisa: come lui stesso raccontò, l’idea gli apparve in sogno, come un lampo. La fusione tra jazz e classicismo riflette perfettamente la libertà e la vastità del mondo dei sogni.

Billy Joel e “The river of dreams”
Il cantautore americano Billy Joel ha descritto come alcune sue composizioni siano nate in sogno, tra cui il tema di ‘The river of dream’. Il brano, non a caso, parla del confine tra il sonno e la veglia, ed è impregnato di un’atmosfera quasi mistica.

Paul McCartney e “Yesterday” 
Mi svegliai con una melodia in testa. Pensai: ‘Questa è troppo buona per essere mia’.”

Una delle canzoni pop più famose al mondo, ‘Yesterday’ dei Beatles, nacque letteralmente da un sogno. Paul McCartney raccontò di aver udito la melodia durante il sonno e, al risveglio, corse al piano per registrarla, incredulo che nessuno l’avesse già scritta prima.

La forza del sogno risiede nella sua capacità di liberare il compositore dalle catene della razionalità. 
L’inconscio crea senza limiti, e ciò che emerge dai sogni è puro, autentico, carico di significato. Per il compositore, trasformare un sogno in musica significa condividere il mistero e l’incanto di una dimensione segreta con il mondo.
La storia della musica è costellata di opere nate nel silenzio della notte, tra le pieghe dell’immaginazione più profonda. E chissà, forse la prossima grande melodia esiste già, nascosta in un sogno che attende di essere vissuto.